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‘Il Morso della Murena’ di Nicola De Matteo

  • Gianluca
  • 19 mag 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Oggi brevemente raccontiamo attraverso il nostro blog di #pugliaoffonline, quell'arte più difficile...di scrivere la poesia.

Una cosa è certa, scrivere poesie non è un gioco da ragazzi, attraverso il nostro blog cerchiamo oggi di comprendere quella poesia intuitiva scritta da quella mente tanto sagace di Nicola De Matteo. E proprio in quest'epoca...mentre le parole sembrano perdere di significato e di forza, l'autore nel libro utilizza quell'arma così tanto potente per non arrendersi all'impoverimento del linguaggio e a quella sorta di pigrizia mentale a cui un po’ tutti ci siamo abituati.

di PIETRO FABRIS - La murena lascia il segno, appare tra gli anfratti scogliosi del Mar Mediterraneo come un pericolo, una minaccia. Qualcuno direbbe: Chi dice che lo sia? Un veleno per l’anima? Forse, ma per il De Matteo è il morso che inietta una stilla di inquietudine; è un siero che schiude la curiosità a visioni e archi acuti, quelli che si espandono in dimensioni verticali, mantenendo salde le fondamenta sulle banchine dell’esperienza che setaccia tra i cocci della rena e la schiuma.

Nelle pagine della raccolta di Poesie di Nicola De Matteo (Edizioni FaLvision), troviamo la murena in una danza sinuosa; la troviamo, al pari delle anguille, serpeggiare nelle correnti dello spirito, mimetizzarsi nei versi e nei riverberi suggestivi tra certi vocaboli scelti con la pazienza di chi sa attendere; nei sussurri malinconici e lucidi della salsedine: eco di sfere oniriche raccolte in una rete di meditazioni ancorate alle coste frastagliate dell’anima. In un abbraccio dal profondo del Silenzio, l’Ascolto della sera con i suoi vagiti e lo scalpitio delle onde spumeggianti… certe strofe sembrano sfilacciarsi alla ricerca di spiagge serene e ormeggi di fermezza. I componimenti di Nicola De Matteo sono intinti nel murice e il rosso purpureo emergendo dai gorghi salati esalta i lastricati del dubbio in una composizione di sassi arrotondati e conchiglie come pietre miliari sui percorsi della consapevolezza e, la routine dei giorni che, nasconde semi preziosi in sabbia tra perle di ostriche ermetiche e granuli inebrianti dell’esistere. Nel dilatarsi dell’ora, il poeta, in un sonno desto, sempre vigile, tende con le sue liriche, una linea d’orizzonte in perfetto equilibrio tra il “dominio” dei tramonti e i mari impetuosi sui quali i venti ingannatori soffiano, alimentando la follia e confondendo i cuori. Una poesia sottilmente affilata che, come un diapason fende le nebbie e si contrappone al vuoto imperante. I suoi sono versi che rimandano a un mondo che è sostanza di idee e concetti, a un pianeta che anela armonioso a “Repubblica” di verità, ovvero autentico appello alla radice prima (o quadrata) della coscienza come distillato di “respiro vitale” della ricerca zelante.

Lo staff di Puglia Offonline

 
 
 

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GIANLUCA

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